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Regione Lazio: Arriva la nuova legge sugli asili nido

Importanti le novità in ambito di scuola dell’infanzia nel Lazio: a distanza di 40 anni dall’ultima modifica, con 28 voti a favore e 6 astenuti, il Consiglio approva la legge sui servizi educativi 0-6 anni. Lo stanziamento economico previsto è di 10,5 milioni per il 2020, 17 milioni per il 2021 e 21 milioni per il 2022. L’obiettivo è rendere gratuiti i nidi per tutti, far emergere il sommerso e arrivare su tutto il territorio al target europeo del 33%.

Il Lazio è la prima regione italiana ad attuare il Decreto Legislativo 65/2017 che innova e rivoluziona i servizi educativi per i più piccoli con questa legge che mira a contrastare i fenomeni della dispersione scolastica e della povertà educativa, garantendo pari condizioni di accesso e partecipazione a tutte le famiglie, oltre a pari opportunità di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco. 

Oltre alle nuove norme per asilo nido, micro-nido e sezione primavera, si aggiungono i servizi educativi sperimentali in natura, come l’asilo nel bosco o l’agrinido, e nei luoghi di lavoro. Vengono inoltre regolamentati una serie di servizi integrativi quali lo spazio gioco, il nido domestico, il centro per bambini e famiglie.

La nuova normativa mira a costruire un sistema integrato di servizi per l’infanzia di qualità veramente accessibili a tutti. Per i bambini con bisogni educativi speciali sono previsti piani educativi personalizzati elaborati in collaborazione con i servizi sociali dei Comuni, i servizi delle Aziende sanitarie locali e genitori nelle fasi di elaborazione e attuazione del piano educativo. E’ previsto che i Comuni, nel definire i criteri di accesso ai servizi educativi a offerta pubblica, diano priorità ai casi di disabilità e bisogni educativi speciali, alle famiglie con due o più figli in età di obbligo scolastico, a situazioni di disagio sociale e/o economico della famiglia, attestato dai servizi sociali territoriali, riconoscendo priorità alla famiglia monoparentale, a particolari condizioni di lavoro dei genitori, alla condizione di detenzione di uno o di entrambi i genitori, alla condizione di orfani di vittime di femminicidio, nonché alle altre situazioni familiari individuate dai comuni, dai consultori, dalle case rifugio, dalle case famiglie o dai centri antiviolenza. Per quanto riguarda gli spazi dedicati ai servizi di educazione e istruzione la nuova legge disciplina nel dettaglio le caratteristiche e i requisiti degli spazi, interni ed esterni, degli arredi e dei giochi nei servizi educativi che tutelino la salute, il benessere e la sicurezza dei piccoli. Particolare attenzione è posta sul tema dell’ecosostenibilità delle strutture, attraverso contributi straordinari ai Comuni per la realizzazione di complessi edilizi di nuova costruzione e la ristrutturazione di quelli esistenti. Una novità di rilievo riguarda anche gli educatori, le gambe di questa legge: per la prima volta dovranno obbligatoriamente possedere un titolo di studio universitario mentre prima era sufficiente il diploma di “maestra/o d’asilo” o equivalenti titoli di studio secondario.

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